Messale Romano

Descrizione

Messale Romano. Pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana edizione 2020. Il nuovo Messale Romano è compreso di orazionale.

Il messale, detto Missale plenum, fece la sua comparsa nella Chiesa latina attorno all’XI secolo. Nacque con l’esigenza di raggruppare in un unico libro diverse pubblicazioni: le preghiere eucaristiche, le preghiere, il lezionario e il graduale con i canti. Lentamente nel corso dei secoli i manoscritti integrarono tutte queste parti della Messa in un unico libro. All’inizio del XIII secolo, appaiono gli ordini mendicanti. La particolarità di queste comunità è di essere itineranti e di non essere legati ad una particolare comunità diocesana. Esisteva allora una grande diversità di riti liturgici all’interno della Chiesa latina, molto diversi da una diocesi all’altra sia nella forma che nel calendario. Nacque così l’esigenza di unificare i riti. L’uso del Missale plenum si generalizza nella Chiesa latina tra il XIII ed il XV secolo. In seguito alla bolla di papa Pio V del 1570, tutta la Chiesa latina utilizza il messale romano; ad eccezione di quelle diocesi e di quegli ordini religiosi che possedevano un proprio rito sufficientemente antico. È il caso del messale mozarabico per l’arcidiocesi di Toledo; il messale di Braga per l’arcidiocesi di Braga; il messale romano-lionese per l’arcidiocesi di Lione e quello ambrosiano per l’arcidiocesi di Milano. Insieme a queste diocesi, anche certi ordini religiosi mantengono i propri messali: sono i certosini, i cistercensi, i domenicani ed i carmelitani. Concluso il Concilio Vaticano II, nel 1970 fu pubblicata l’editio typica del Messale latino, seguita dall’editio typica altera del 1975 e dall’editio typica tertia del 2000. Le edizioni latine furono tradotte nelle lingue delle diverse Conferenze Episcopali nazionali. L’8 gennaio 2020 è stata pubblicata la terza edizione italiana del Messale latino. Incorpora le modifiche delle dizioni italiane del 2002 e del 2008, la nuova traduzione ufficiale della Bibbia promulgata nel 2008 e le traduzioni dei libri liturgici autorizzate dal motu proprio Magnum principium del 2017.